Se parlo di me è solo per parlare del mio collie. Non è proprio possibile escluderlo dalla mia vita, quindi, "devo" parlare di me per arrivare a lui. Devo parlare di
lui per arrivare ad altre persone, altri collies.
L'anno passato mi sono gravemente ammalata di crisi depressive. Un pomeriggio quindi, ebbi con il mio medico una discussione molto confusa. Da parte mia
confusa.
Lui cercava disperatamente di aiutarmi. Non voleva "lasciarmi andare". Da troppo tempo ci conoscevamo ormai. Conosceva la mia storia ed era un grande amico
per me.
"Come ti chiamavi da ragazza?" chiese all'improvviso.
"Huntington...." risposi automaticamente, poi, temendo un tranello lo attaccai feroce:
"Incominci con i test adesso? Non ho perso la memoria sai. Sto solo male"
"Di dove è originaria la tua famiglia?" continuò lui ignorando il mio tono davvero insolente.
Stavo perdendo la pazienza. Non ero disposta a giocare. Presi la giacca e feci per uscire dal suo studio.
"Alt! Arriviamo al punto. La tua famiglia proveniva da Pasadena non è vero?"
"Si, California, America! America e California. Stop! Adesso devo proprio andare…" "Aspetta. C'è un ospedale a Pasadena: l'Huntington... Memorial Hospital.
Lo sapevi?" insistette l'amico.
Lo sapevo, lo so. C'è anche un Museo, un'Avenue, un Grattacielo e chissà cosa altro ancora…e tutto in Memorial, e fra poco sarei diventata "Memorial" anche io
se non fossi uscita subito dallo studio.
"Fermati! Forse ho trovato la migliore delle soluzioni per te. Ascolta..tu hai bisogno di cure giusto? E ami il tuo cane, giusto?"
Se ero entrata nello studio medico con un forte esaurimento nervoso, con una gran voglia d'autodistruzione, adesso sentivo anche forte l'impulso di uccidere.
Uccidere proprio lui, quello strizzacervelli che si stava divertendo con me…almeno così sembrava. Mi trattenne per un braccio…mi fece male!
"Voglio dire che l'Hunting... Memorial Hospital di Pasadena è all'avanguardia per ciò che riguarda la psiche a reagire, ad affrontare la vita che in ogni caso ha
qualcosa da offrire. Inoltre accetterebbero il tuo Blu con te."
"Blu? Il mio collie? In America? In un ospedale che porta il mio nome? In "Memorial"? Io sono viva, sono qui!"
Stavo facendo una gran confusione, e stavo senz'altro molto male! E il buon medico, il caro amico di famiglia si occupò di tutto nei giorni che seguirono. Così,
senza rendermene conto mi ritrovai all'aeroporto di Fiumicino con Walter e il nostro "Blu" al guinzaglio.
Avevo una stanza prenotata all'ospedale di
Pasadena, California e persino una cuccia accanto a quello che sarebbe stato il mio letto. Mi separai dal mio collie solo per la durata del volo. Lui viaggiò
all'interno di una gabbia nella pancia dell'aereo dove erano i bagagli, e noi in classe economica. Era davvero straordinario il nostro arrivo in quella clinica! Pareva
proprio fuori posto vedere scodinzolare vari cani negli asettici corridoi. Eppure, lì sembrava tutto normale. L'ultimo grido della medicina alternativa. I veterinari
si erano affiancati ai medici. Gli animali restavano a fianco dei loro padroni ammalati.
Oggi è divenuta una terapia molto diffusa, consigliata anche nei manuali di medicina.
L'iniziatore di questa nuova pratica è un veterinario ormai famoso nel paese: Leo Bustad. Questo simpatico signore ha fondato la "Delta Society" circa sedici
anni fa allo scopo di favorire una guarigione più veloce nelle persone che soffrono di problemi emotivi e psichici. L'unione del feeling tra uomo e animale è alla
base delle sue convinzioni. Cos' Leo ha arruolato una fitta schiera di volontari in tutta l'America: padroni di piccola e grande taglia e dal temperamento mite. I
cani sono sottoposti a vaccinazioni, controlli e tenuti pulitissimi. Vengono anche addestrati a non abbaiare e a non spaventarsi per uno scatto improvviso. Poi
sono ammessi a far visita agli ammalati grandi e piccini.
All'Huntington Memorial Hospital, uno dei primi ad accettare i servigi della Delta Society, i medici riconoscono i meriti della squadra dei cani che fa parte del
programma d'iterazione. Gli anziani demotivati stanno meglio adesso con le visite giornaliere dei loro amici a quattro zampe. Nella "Nursery" tra i bambini poi,
c'è in permanenza una dolcissima bastardina. La scienza ufficiale ha cercato di capire quanto sia utile l'effetto terapeutico sui malati con questo metodo uomo-
cane.
E anche quest'anno l'organizzazione governativa americana, National Istitutes of Healt, che unisce i vari centri sanitari si è riunita in un congresso a Bethesda nel
Meriland. E ovviamente la Delta Society è stata protagonista. Sono più di diecimila i volontari che lavorano per lei oggi, in tutti gli angoli del paese.
I risultati sono indiscutibili: malati guariti in tempi brevi, casi di depressione cronica spariti, anziani rasserenati, bimbi che superano il ricovero senza traumi.
"Per il tuo Blu ho fatto un'eccezione poiché vieni da così lontano" mi disse Leo in una delle sue visite "Potrà rimanere nella tua stanza con te!"
Sarebbe troppo lungo raccontare della nostra permanenza all'ospedale dedicato ai miei nonni, dell'enorme esperienza acquisita sia dal punto di vista umano che
emotivo. Importante è che ci stavo bene.
Un collie poi ha sempre successo ovunque, soprattutto tra i bambini. E i piccoli pazienti facevano a gara per venire a trovarci nella nostra stanza, per accarezzare
"Lassie".
"Ha il colore del carbone sopra la neve" mi disse un piccolino abbracciando la folta pelliccia di Blu. E Blu faceva anche delle lunghe passeggiate con il suo
padrone nel parco, mentre ero in terapia, per poi tornare da me e accucciarsi tranquillo ai piedi della poltrona.
Mi stava passando la voglia di farmi del male, e anche quella di uccidere il mio strizzacervelli italiano. Gli telefonai, anzi, un pomeriggio per dirgli dei mie
progressi. La sua voce baritonale mi assalì letteralmente.
"Senti c'è un bambino a New York. Si chiama Danny…Andrai a New York vero? CHE CI VUOLE? Affittate una macchina e..."
Ancora? Stavo per abbassare il ricevitore in malo modo dietro alla sua intraprendenza, ma lui mi precedette nel pensiero.
"Non attaccare!…Danny dicevo, è un bambino di undici anni. E' stato due settimane in coma profondo per un incidente d'auto. Si trova all'ospedale di Yale. Qui
ne parlano tutti i giornali. Andate a trovarlo con Blu. Anche lui ha un collie di sei mesi…"
"Basta ti prego!"
"Ascoltami invece. Il suo cane lo ha salvato riportandolo indietro dal sonno profondo in cui era caduto.."
Per fortuna la linea telefonica cadde! Mi affacciai alla finestra della stanza. L'autunno aveva dipinto il manto erboso del parco con mille foglie multicolori, C'era
un senso di tranquillità nell'aria. Vedevo diversi pazienti passeggiare, molti dei quali con i loro cani al guinzaglio. Cercai walter con lo sguardo, e vidi l'uomo
della mia vita sorridere finalmente e il nostro colli saltargli addosso dopo una lunga corsa sfrenata. Tra poco sarebbero rientrati nella mia stanza. Tra pochi giorni
saremmo rientrati in Italia.
E Danny? Già Danny! "Che ne diresti" chiesi a Walter "se prendessimo l'aereo da New York per tornare a casa, invece che da qui? Potremmo affittare una
macchina e..."
"Che cosa hai in mente" chiese lui sulla difensiva.
Raccontai della telefonata al nostro amico rimasto a Roma.
"Quale è il problema?" insistetti "a Blu piace la macchina e per noi sarà una vacanza. Ce la siamo meritata no?"
Fu così che dopo aver attraversato tutti gli Stati Uniti, incontrammo Danny. Era un dolce ragazzino biondo. Abitava in una bella casa alle porte della città di New
York nel New Jersey. Vi era tornato da pochi giorni. Fu lui stesso a raccontarci davanti ad un enorme gelato di "aver dormito tanto2 e di aver sognato la sua
mamma raccontargli del suo cucciolo di collie rimasto a casa. Blondy si sentiva solo.
Aveva nostalgia del suo padroncino.
"Danny chiama Blondy" continuava intanto a ripetere la signora Tommey al capezzale del figlio. E Danny reagì, dopo due lunghissime settimane di coma
profondo. Quando tutto pareva perduto, ecco una speranza, un movimento. Blondy fu portato in ospedale e nella gioia di rivedere il bambino saltò sul suo letto e
gli leccò tutto il faccino…E Danny ha alzato una mano ed ha sorriso.
Tutti noi sorridevamo adesso: Danny guardando il suo beniamino, la signora Tommey accarezzando la testa del figlio, Walter ed io alzando gli occhi al cielo, ora
infinitamente azzurro e sereno.
E i collies? Loro correvano all'impazzata dietro una palla nel giardino di casa. Due nuovi amici. Un cucciolo fulvo e un adulto blue merle. Un americano ed un
italiano con un origine in comune. Entrambi erano pastori scozzesi!