Sarà il corpo lungo disteso, il silenzio, il richiamo dell' immensità della natura a pochi metri da me. Fatto sta che non riesco a resistere, prendo così cuscino ed un lenzuolo e ritorno sopracoperta, sul ponte per passarvi il resto della notte.
E che notte!
Immaginate un cielo illuminato da centinaia, migliaia di stelle, luci riflesse nei flutti che le invita a danzare sulle onde.
Immaginate le grida stridule delle scimmie giungere dall' isola, e lo stridio di mille animali sconosciuti. Non è possibile da una nave ancorata al largo udire tutto questo direte. Forse. Forse sarà solo l' immaginazione ma nella notte tropicale riesco a udire anche il canto dei delfini e lo sbattere violento delle acque sotto il peso dei barracuda e dei pescecani!
Ed è già domani!
Mentre siamo occupati in una colazione a base di caffè latte e frutta tropicale la nave si muove, affiancandosi ora a questa o a quell' isola fino a condurci a Richelieu Rock. E di nuovo si ancora al largo e il gommone ci conduce, tutti insieme questa volta, sullo stesso lembo di spiaggia. Dicevano che questa sia la più entusiasmante ed emozionante, come se l' entusiasmo e l' emozione avessero un grado più o meno intenso nella loro misura. Io mi sono emozionata ed entusiasmata tanto anche ieri, ad Elephant Rock e rinnoverò, ne sono certa,
esattamente lo stesso grandioso stato d' animo qui nell' isola del Cardinale.
Ormai ho preso il via sulla rotta dello snorkelling incontrollato, e in acqua passo le ore per mio conto, anche se chiamata ora da questo o da quell' altro compagno d' avventura, con il grido di Vieni vieni a guardare qui! Ma è tutto un guardare, un vivere anzi, con la testa sotto l' acqua, un mondo sconosciuto in fibrillazione continua. Un fondale formato già dai primi metri sommersi da giardini di incredibili colori a mostrare alcionarie e gorgonie, piccole catene di Reef e pesci sconosciuti e rari oltre una fauna stanziale. All' improvviso, la mia testa sobbalza sopra la superficie dell' acqua, cercando Walter con lo sguardo. Lui mi segue a distanza, questo quando scorgo due pescecani, una mamma con il suo piccolo nuotarle a fianco. Saranno certamente lontani, dal mio corpo, ma li distinguo nettamente tanto l' acqua è chiara.
L' entusiasmo prende tutto il posto alla paura, la gioia e l' emozione si accompagnano alla loro compostezza di un nuotare tranquillo. E riesco a vedere anche dei barracuda e delle mante, il tutto con una semplice maschera, un boccale di pochi centimetri ed un corpo quasi sospeso sulla superficie delle onde. E a questo punto vorrei essere un poeta per poter trasmettere la magia delle intime sensazioni e ciò forse non mi basterebbe.
Ma dovrei essere un grande poeta, uno dei più sensibili e dotati per poter esprimere anche una sola delle emozioni provate che valgono l' intera esistenza di una vita speciale.
Un altro tramonto ci ritrova riuniti a bordo, tutti ripuliti questa volta e sulla via del ritorno.
Sopracoperta mi ritrovo a fianco dell’uomo di colore, lo avevo perso di vista nelle ultime ore tanto da averlo dimenticato. Me lo ritrovo vicino, con la croce di legno appesa al collo, quella strana croce che per associazioni d' idee, lì tra la grandiosità della natura e un mistero mai rivelato mi fa intavolare con lui un discorso tra il mistico e l' irreale. Una ricerca tutta sua, una ricerca tutta mia, espressa ad alta voce tra noi senza falsi imbrogli racchiusi lontano nell’ipocrisia delle chiese nostrane. Impossibile imbrogliare immersi come siamo in una immensità che ha, essa stessa del sopranaturale. Ed egli, uomo di chiesa esprime i suoi dubbi, ed io, donna di poca fede gli rivolgo mille domande. E tra dubbi e domande, domande e dubbi il tempo passa, arriva veloce la notte fonda mentre noi ancora li, senza ormai più vedere i nostri volti a parlare e sussurrare non più tra noi ma al cielo, al mare, alle stelle. Mischiare i nostri canti a gorgheggiare delle sirene forse
A Patong, la spiaggia della nostra partenza, depositiamo il sogno di una eternità chiamata due giorni prima. Dei piccoli uomini thai ci attendevano con le torce in mano, per facilitarci la via verso una ritrovata civiltà.
Borsone a tracolla, mano nella mano, il compagno della mia vita ed io ci dirigemmo tranquilli e sereni verso l' interno della spiaggia direzione hotel, quando sentimmo la voce del cubano chiamarci per salutare una ultima volta.
Mi si avvicina sulla sabbia umida, con i piedi ancora nudi, si toglie la catena con la strana croce di legno e me la mette intorno al collo.
"La croce è solo un simbolo mia cara, quando sentirai bisogno di conforto stringila e sostituiscila nella tua mente con ciò che più sentirai vicino, un alba o un tramonto, la profondità del mare o il brusio della giungla tropicale, un cielo stellato o lo splash allegro dei delfini. Vedi per noi oggi è Natale, 2000 anni di storia, ma noi siamo andati ben oltre con lo spirito e l’anima, noi ci siamo immersi nell' immensità dell' intero creato".
P A G I N E > > > >
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