Per l'ennesima volta scendevo le scale della nostra villetta. Aprivo per l'ennesima volta la porta dove la vostra mamma aspettava..si, aspettava Voi!
Era inquieta quella sera, guardava ovunque trascinando il suo pancione raso terra. Rientrava poi nella cesta immensa che avevo preparato e la graffiava senza pace. Tutti noi attendevamo con lei una piccola tribù di mici...e fu allora che vi vidi..due mucchietti di colore estraneo al pelo grigio di mamma gatta. Lei, mi guardava ora imbambolata, sconcertata. Non sapeva cosa fare, cercava aiuto. Vidi anche che non aveva troncato la placenta, che rischiavate di soffocare. Così in fretta vi recisi il cordone ombelicale.
Vi circondai con un panno caldo per asciugarvi, vi diedi il primo bacio umano e vi depositai sul seno di mamma micia. Il resto lo fece finalmente lei, e tanto bene, ronronesca e fusoniera.
E quell'andirivieni prosegui per giorni, finché decisi di presentarvi al resto della comunità.Lasciai la porta della vostra stanza socchiusa....e pian piano si avvicinarono le due vecchissime gatte di casa, sempre appaiate e reticenti ad ogni nuovo arrivo.
Erano state le prime in famiglie e non avevano mai accettato il fatto di dover dividere le coccole ed i loro posti preferiti con chicchessia.Il tempo di prendersi una zampata veloce ed una soffiata dalla vostra mamma prima di battere in ritirata offese.
E fu il turno di Windy, femminella collie tricolore. Entrò spavalda, la coda festante, ed ebbe di che abbassarla in fretta e nasconderla tra le zampe per uscire a tutta velocità. Anche a lei,la vostra mamma non diede certo il benvenuto, vi sommerse anzi, sotto il suo corpo, come una chioccia.
Blue entrò con me. Lo tenevo per il uo vaporoso collare temendo la sua irruenza.
"Seduto Blue. Buono...a terra...sono così piccoli..."E lui ubbidiente, subito cosciente della vostra delicatezza e dei suoi quasi trenta chili di pastore scozzese, della sua baldanza, esuberanza di maschio e capo branco.Immobile, a distanza, zampe anteriori unite, distese sul pavimento, coda scodinzolante ma discreta. Orecchie in attenzione, guardava ora me, ora voi piccole cose muoversi sulla pancia di mamma Veronica, cercare le tette calde, succhiare il latte.
E Veronica sopportò la sua presenza, con muto linguaggio animalesco.
"Va bene! Puoi stare! Ma non avvicinarti più di così."
E fu tutto un amore in progressione continua. Quel gigante buono correva ad abbaiare a tutto il circondario nel nostro giardino, più pimpante che mai, per poi tornare mansueto e tenerone a farvi compagnia a debita distanza, lingua in fuori,, occhi languidi, corpo a terra.
Così passarono i giorni, e voi piccoli crescevate sereni con mamma gatta e papà pastore...Ora Veronica lasciava gradatamente la cuccia. Sorvegliava Blue allontanandosi per accorrere da voi come una furia in caso di ne. Non ce ne fu mai bisogno.
Papà Collie si limitava ad accorciare le distanze, a darvi una veloce leccatina di nascosto..mentre la vostra mamma correva tranquilla sul prato, dietro alle lucertole, all'inseguimento delle farfalle, lasciandovi sempre più in sua custodia. Sapeva che Blue vi avrebbe protetti ad ogni costo adesso, durante i suoi pur brevi spostamenti.
Ed ebbe un incidente...troppo veloce, troppo inatteso!
Lasciò noi due umani sconcertati. Addolorati prima, preoccupati poi, per il vostro avvenire.
Anche voi siete gatti, avreste anche voi un giorno sconfinato nel giardino, raggiunto la strada...e nel vostro crescere cercavamo di non affezionarci troppo, di lasciarvi presto andare in una abitazione sicura, da altri affetti.
Quel giorno comunque aspettaste per ore, immobili nella vostra cuccia. E Blue non vi lasciava , aspettava anche lui.
Poi pian piano, prima tu Biondo, poi tu Timidone, vi avvicinaste a quel gigante buono, sempre sdraiato, zampe tese verso di voi, lunghe sul pavimento.
E fu un contatto sempre più ravvicinato, sempre più sicuro. Un miscuglio di pellicce, di colori. E Blue si prese totalmente cra di voi. Prese l'abitudine di radunarvi, di spingervi verso la cuccia con il suo lungo muso, prima di partire all'abbaiamento selvaggio verso un nemico che osava avvicinarsi al suo territorio, al nostro giardino. Così aveva fatto con la sua compagna da cucciola, così aveva cercato di fare con noi, suoi amici e padroni.
Ed un foglio di carta fu riempito di nomi ed indirizzi. Tanti vi avrebbero voluti. Bastava vedervi. così belli, così puri, così altolocati di aristocratica genealogia ma vi avrebbero davvero amati come noi? Amati come Blue vi amava?
Siamo tutti riuniti nel soggiorno questa sera, come tutte le sere.Le due zitelle si lavano a vicenda sulla panca. Windy, sdraiata su un fianco, annaspa l'aria con le quattro zampe.Forse sogna! Walter legge il giornale distratto. Io pensierosa davanti al caminetto acceso giro e rigiro quella "lista" tra le mani...
Vi guardo correre all'impazzata intorno a tutti noi, impennarvi, fronteggiarvi, saltandovi infine addosso l'un l'altro, intrecciandovi con leggiadra armonia. E Blue? lui fa finta di niente ma osserva. Osserva tutti noi membri di un gregge...
"lasciamo perdere! Brucia quel foglio...restiamo uniti. Tutti insieme. Sarà quel che sarà!..." E all'improvviso tutti alziamo il viso e i musi verso quella voce. Anche i piccoli si fermano. restano immobili...
"Hurrà! Alé!" gridiamo ciascuno a modo suo.
E il foglio diventa una palla, viene gettato a terra da mani sicure adesso...e i micetti pronti all'inseguimento per distruggere, sfaldare, sbranare quel grande nemico, quel nome nascosto che mai e poi mai potrà più portarceli via.