Centodieci anni fa, un ufficiale polacco arruolato nella marina mercantile brittanica, risaliva il fiume Chao Phraya fino a Bangkok per prendere lì il comando di un vascello di cui il capitano era deceduto all'improvviso. Questo nuovo capitano si chiamava Korzeniowski ed era al suo primo incarico.
Come uomo di mare, Korzeniowki aveva al suo attivo tre viaggi nel Sud Est Asiatico.
Le impressioni che ne ricevette furono però così avvincenti che quando più tardi si ammalò e dovette lasciare il mare, prese carta e penna e iniziò a scrivere. Cambiò il suo nome da Joseph Konrad Korzeniowsky in Joseph Conrad. I suoi scritti sono diventati naturalmente dei classici della letteratura inglese. Forse nessun altro scrittore al mondo, come Joseph Conrad, ha descritto meglio Bangkok nella letteratura.
Non ho potuto fare a meno, l'altro giorno, mentre mi trovavo seduto sulla terrazza dell'Oriental, che si affaccia sul fiume Chao Phraya, di riflettere a cosa avrebbe potuto pensare Conrad se fosse potuto ritornare nella odierna Bangkok. O forse di ciò che Bangkok oggi potrebbe pensare di Joseph Conrad.
La sua nave, l'Otago, era allora ancorata di fronte allo stesso mio hotel.
Sarebbe stato impossibile oggi risalire il fiume fino all'Oriental con qualsiasi nave poiché il ponte Sathom ne avrebbe bloccato il passaggio.
Ma supponiamo che avesse potuto farlo per prendere il nuovo comando della nave Otago.
Conrad ammise poi che il suo racconto "Linea d'ombra" era semplice autobiografia.
Questo racconto narra della presa di comando della nave Otago. Conrad narra come lasciò all'improvviso Singapore per arrivare in soli quattro giorni nella capitale del Siam.
La Bangkok che Conrad trovò al suo arrivo non era certamente ciò che vediamo noi oggi, anche se alcuni aspetti di quel mondo si possono ancora vedere.
Seduto sul trono, quando Conrad risalì il fiume Chao Phraya, c'era il re Chulalongkorn, conosciuto come Rama V.
Prima di salire al trono, il re Chulalongkorn, aveva viaggiato molto attraverso l'Asia Sud Orientale e l'Europa. Come risultato dei suoi viaggi, quando divenne re iniziò a modernizzare Bangkok. Uno dei suoi progetti era quello di tracciare una larga strada, prendendo d'esempio i Campi Elisi di Parigi che partiva dal Gran Palazzo fino al nuovo Palazzo Dusit. L'Avenue che vediamo oggi è chiamata Rajdamnern, o Strada del Progresso Reale (Royal Progress Avenue). Qui c'era il comando della Marina portuale presso la quale Conrad deve essersi recato molte volte prima di aver potuto prendere definitivamente il comando e il permesso definitivo per salpare.
Il Capitano Bush, capo del porto, incaricato dal re Chulalongkorn, abitava una casa coloniale sulla riva del fiume Chao Phraya dove oggi c'è l'albergo Royal Orchid. Siamo quasi certi dell'amicizia nata tra Conrad e il Capitano Bush, un inglese dal carattere esuberante che detenne la posizione di Capo Portuale per quasi mezzo secolo. Egli è oggi sepolto nel cimitero protestante che si trova lungo il fiume vicino al Mercato notturno di Bang Rat.
Conrad si aspettava di poter salpare in pochi giorni, gli occorsero invece settimane. Il carico della nave procedeva molto lentamente e molti membri del suo equipaggio soffrivano "di malattie varie". Così si trovò ad essere scontento dello stato totale dell'Otago e andò dal console Brittanico per lamentarsi di questo.
Lì incontrò il Dott. William Willis, che lo consigliò di attendere fino a che tutto l'equipaggio si fosse rimesso prima di prendere in considerazione la partenza.
Conrad allora volle prendere alloggio a terra e consumò il suo primo pasto all'Hotel Union nella New Road. Ma questo era desolatamente vuoto. Un ventilatore girava lento sopra una ventina di sedie fatte di canna. Tre uomini cinesi in giacche bianche con dei tovaglioli tra le mani giravano a vuoto in tanta desolazione.
Conrad allora si diresse verso l'Oriental Hotel, che aveva prima evitato pensando fosse troppo caro per il suo magro salario. Ma fu subito messo a proprio agio dal suo direttore il Sig. H. Anderson, un ex capitano di marina. Anderson lo convinse che non era poi così caro e quindi possibile per lui di passare le notti lì all'Oriental nell'attesa che la sua nave terminasse di essere caricata. Sappiamo per certo che Conrad passava le sue serate al bar proprio lì.
Una volta che l'equipaggio si fu rimesso, tornò a bordo dell'Otago e trovato un pilota fluviale, decise di partire. Quanto l'Otago scivolò sull'acqua passando davanti all'Oriental, Conrad e tutto l'equipaggio salutarono gli ospiti che stavano seduti su sedie di canna nel prato.
Sfortunatamente la sua gioia non durò a lungo. Appena superato il Bar i venti si fecero deboli e ci vollero tre settimane per percorrere le 800 miglia fino a Singapore.
Febbri e malattie comparvero nuovamente a bordo della nave e solo Conrad e il suo secondo si trovarono sul ponte quando finalmente poterono gettare le ancore nel porto di Singapore.
Conrad amava il mare e vi avrebbe probabilmente dedicato tutta la vita se non fosse stato affetto da artrite deformante. Allora prese in mano la penna e in un linguaggio che non sembrava il suo cominciò a rivivere i suoi anni passati in mare.
"Di Bangkok ricordo con piacere, il periodo della mia vita sul mare.
Le cose iniziarono male, ma alla fine tutto si risolse con successo".
Quanto del mondo di Conrad esiste ancora? Non abbiamo bisogno di andare molto lontano. Tutto ciò che dobbiamo fare è scivolare sul fiume con una barca, attraversare i passaggi delle innumerevoli curve del fiume, passare sotto "l'ombra della grande pagoda" raggiungere le "vicinanze della città".
Lì troveremo la Bangkok di Conrad che è anche la nostra.
Traduzione Diana Pasetti