"Tic - Tac" quel noiosissimo rumore per tutta la notte. Una notte nevrotica, una sveglia nevrotica. Avrei atteso il suo squillo per poi afferrala e gettarla lontano.
Intanto continuava imperterrita e la sua luce- verde m'informava: le 4.15, le 5, "Drinnn".La afferro pronta al lancio e quella diabolica si scanza e cade senza danni.
Al diavolo e, un attimo dopo sono già, con i vestiti alla rinfusa tra le braccia, pronta per la doccia.
Sul pianerottolo oltre la camera da letto al primo piano, inciampo su "Blue".
`'E tu che ci fai qui? Chi ti ha detto di poter salire? Non devi, lo sai bene!"
Un odore nauseabondo mi sale alle narici.
Era salito l'angioletto, dopo cinque anni di perfetta ubbidienza, e per festeggiare aveva innaffiato tutto il pavimento.
Scendo in fretta, poso i vestiti nel bagno. Raccolgo carta e stracci e rialgo per pulire le malefatte del rampollo prima che il suo padrone se ne accorga e minacci di buttarci entrambi dalla finestra.
Il tutto in silenzio. Il nostro collie sa che non posso urlare e mi guarda con occhi ridenti:
"Te l'io fatta eh?"
Scendiamo le scale appaiati e lo spingo fuori, in giardino insieme alla sua compagna assonnata. E' ancora notte fonda.
Mi preparo quindi per ciò che dovrebbe essere una giornata serena da tracorrere ad una esposizione cinofila, e faccio colazione quando ecco apparire mio marito vestito di tutto punto.
“Sono le sei e venti. perché ti sei alzato? Vieni anche tu?" chiedo.
"Mai! Già vedo i cani a tutte le ore del giorno figurati se...”
Io non vedo l'ora di uscire, di stare sola finalmente, libera delle mie azioni, senza la sua cappa protettiva continuamente addosso. Quella protezione mi fa sentire una menomata...una demente.
Windy rientra in casa. Blue resta fuori e sale nella macchina già messa in moto dal marito solerte. Userò la sua macchina, quella funzionante, non la mia dall'andamento sempre incerto e personalizzata da mille ammaccature..
Windy piccola collie tricolore, sta facendo un pandemonio dietro la porta. ha capito che Blue uscirà e lei dovrà restare a casa.
"Attenta alle luci. Accendile prima di entrare nelle gallerie e pengile dopo" dice Walter.
"Quali gallerie?"
"Gallerie! Gallerie! Ce ne sono ben quattro…"
Ne troverò poi una sola lungo il percorso`
Il cancello di casa si chiuderà dietro di noi solo quando l'auto scomparirà alla sua vista, lontano, dietro la curva.
Sono ancora rincretinita. Faccio fatica a sentirmi "Me".
E' giorno ormai. Ripasso mentalmente la strada che dovrò prendere. Andrò piano e ci metterò molto per arrivare a Rieti.
L'ultima volta era Walter al volante e ci abbiamo messo una eternità per arrivare! Dopo il raccordo anulare il percorso sarà pieno di buche e di dossi.
Pensando a tutto ciò m'imbatto in un banco di nebbia fitta per poi trovarmi davanti ad un cartello verde indicante "Napoli." NAPOLI?
Noi non andiamo al mare, andiamo in montagna!
Ho sbagliato qualcosa! Sono su un'autostrada diretta sul raccordo. Ma dove? M'informo al primo casello.
"Torni indietro" \mi dice il casellante, rientri sull'autostrada e prenda direzione FIRENZE".
Ero diretta proprio lì infatti...Inutile inquietarsi. Rientro dunque e mi perdo nuovamente nella nebbia. Strizzo gli occhi. Un cartello mi
indica "Firenze". Sono a posto.
D’un tratto mi sorge il dubbio di non aver preso il biglietto entrando in autotrada vito che la barra era alzata. Infatti… e ora?
Eccomi nuovamente a S. Cesareo, a due passi da casa. Esco dall'autostrada e spiego di esserci entrata senza il ritiro del tagliando
.
Il nuovo casellante scrive un lungo papiro e porgendomelo dice: "Firmi qui" Io firmo e metto copia del verbale in tasca. (Un mese dopo
avrei pagato il pedaggio massimo del percorso autostradale!)
Altra rotatoria. Questa volta prendo il mio bravo biglietto e con Blue sul sedile posteriore riparto da zero.
A metà salita, prima di immettermi sulla carreggiata la macchina si blocca. Riaccendo il motore.."Zzzz...zzzz" nessun contatto.
Scendo e cerco di accostare l'auto spingendo con la mano sinistra, sterzando con la destra e bloccando Blue con il gomito.
"Guai a te se ti muovi!". Chiaramente l'auto scivola indietro adesso che non é frenata..
.
"Serve aiuto?". Nella nebbia intravedo un maglione rosso da cui fuoriesce un accento francese.
"Cerco di mettere in moto io" continua, e due lunghe gambe fanno per sedersi al posto di guida.
"Nooo, Non entri, ho un caneee" Lui non ascolta e frena senza paura.
Io prendo Blue al guinzaglio, lo faccio scendere dall'auto proteggendolo al bordo del guardrail. Lui contento annusa e fa pipì.
Dietro di noi un'altra auto é ferma. Ne scendono tre giovani compagni del mio soccoritore. Sono italiani, tutti in jeans. Uno di loro, anzi
due, hanno una croce di legno sopra il maglione.
'E' Dio che vi manda!" esclamo. Loro volenterosi spingono la mia auto fino a metterla in piano. I1 maglione rosso, sul cui collo é emersa una testa bionda riprova con la messa in moto.
"Dai Jean dai" lo incitano i compagni ed io aiuto come posso con il mio Blue merle sempre al guinzaglio, ormai mimetizzato nella nebbia.
Niente da fare. Dall'auto soccorritrice esce ora un pretino in tonaca bianca, grande crocifisso sul petto. Anche lui prova a spingere incitando Jean e Dio questa volta, ascolta.
"Sali, ora parte" mi dice l'accento francese. Io risalgo, dopo aver piazzato Blue sul sedile posteriore. "A questo punto sarebbe meglio venire con voi" dico "Ma forse Dio non ha ancora dato anche ai cani la facoltà di pregare!"
Tutti ridono in coro come ragazzi. Ragazzi quali sono.
"Ciao. Buona fortuna" salutano. "Ciao" rispondo alzando il braccio fuori dal finestrino.
Guardo Blue. Guardo l'orologio. No, a casa non torno. Non faccio la figura di quella che da sola sa combinare solo guai. Se ritarderemo per il ring,avremmo comunque fatto una passeggiata.
Siamo immessi nella giusta direzione e nebbia tende a diminuire.
Ora, sul cruscotto vedo una lucetta fissa...Dopo chilometri di terrore sull’ autostrada arrivo alla prima servizio...Una fila..."Benzina?"
"No, mi hanno fatto il pieno ieri. Senta sento tanto scema cos'è questa lampadina guasto? Posso continuare o no?" L'omino con la pompa di benzina in mano allunga testa nel finestrino aperto, apre la portiera e "Attentoooo! Il cane!"
Lui preme un pulsante e la luce malefica si spegne d'incanto.
"L'aria signora. Aveva l'aria aperta." Abbasso la testa imbarazzata. Non voglio proprio vedere il suo sguardo
Riparto in tutta fretta. "L'aria? L'aria! Capisci Blue, bastava abbassare la leva. Ma perché il tuo padrone non mi ha parlato di aria invece che di gallerie?" Guardo il cane, buono e sedile posteriore.
"A casa non si torna. Si prosegue Blue. Era solo l'aria aperta capisci! Per questo si era ingolfata!"
Le otto e mezzo! Forse ce la faremo a presentarci sul ring. Forse anche il giudice ritarderà. Ingrano la quarta, poi la quinta e tiro avanti veloce.
Ormai sono in pieno ritmo dopo una falsa partenza e un tiepido sole si alza all'orizzonte.
Un quarto d'ora più tardi sono dell'autostrada ed imbocco la Salaria, all'uscita giro a sinistra, come l'anno prima quando era Walter a guidare. Mi preparo ad una guerra personale con buche e dossi...Un gruppo di ciclisti fiancheggia la strada. Meglio chiedere. "Vado bene per Rieti?"
"Si signora, ma da qui fa un lungo giro e la strada é dissestata, se invece passa sul ponte ( e mi indica un ponte con il braccio) prende la
superstrada e arriva presto e bene" La superstrada7 E quando l'hanno costruita?" esclamo.
Evito la risposta. Faccio retromarcia, passo sopra il ponte e imbocco la superstrada.
Ormai il ritmo é pressante, l'auto domata. Non rallento neppure incrociando una corsa ciclistica, una sagra paesana e una festa "Della Tinozza".
Purtroppo faccio anche un sorpasso azzardato, inconscio, non voluto. Il tempo per frenare davanti ad una paletta rossa poco lontana dal parabrezza e vedere un uomo in divisa da carabiniere intimarmi l'Alt !
Apro il finestrino e alzo le braccia con mille scuse e richieste di perdono.
"Scusi se non scendo, sa il cane...Stiamo andando ad una mostra..."
"Favorisca la patente". Comprendo che mi lascerebbe andare. ha un viso di brava persona. "E la cintura di sicurezza? allacciata? "
Già la cintura. Perché non i 'ho allacciata? E giù altre richieste di perdono.
"Almeno una multa gliela devo fare!" dice lui guardando il cane "Cos'é un collie? Bene, favorisca il libretto di circolazione."
A questo punto scendo. Chiudo lo sportello a chiave e dico dall'esterno del vetro rialzato:
"Buono Blue. Sono qui." Lui all'interno dell'auto, lungo muso, lingua in fuori si siede e controlla i miei movimenti mentre pago la
multa. Risalgo in macchina e si riparte.
"Sei proprio caparbia" mi dice una vocina "Ero meglio ritornare a casa."
"Mai' rispondo in solitaria mettendola a tacere.Riprendiamo il viaggio e seguiamo ormai le orme (le ruote) di altre auto con cani a bordo che ci sorpassano come siluri. Siamo in tanti e prima dell'arrivo diventiamo sempre più numerosi. Tutti ritardatari!
Ed eccoci finalmente! Al sicuro, piedi e zampe a terra su un bel prato verde, circondati come al solito da cani di ogni mole, da persone di
ogni statura, da bambini indiavolati e laggiù in fondo in fondo il nostro ring.
I1 giudice é già al suo posto. I collies, tutti tolettati, sono bellissimi e velocemente tocca a Blue, frugando nella borsa riesco persino a trovare la sua spazzola.
Entriamo nel ring. "Buongiorno" dico. "Buongiorno" mi viene cordialmente risposto.
Il mio amico collie adesso guarda sicuro avanti a se, pavoneggia la sua bellezza, disdegna il pezzetto di fegato secco che gli offro, corre
intorno al campo con scioltezza, sicuro per poi fermarsi e farsi osservare.
"Magnifico colore"
"Grazie" dico io "Perfetta andatura" continua.
"Grazie" sussurro.
"Eccellente primo e C.A.C." conclude.
"Tante tante grazie" e gli porgo, al giudice la mano contenta...e la porgo a tutti coloro che mi circondano, felice di essere là finalmente con il mio compagno al guinzaglio. . . Il mio amico di sempre e "ME!"