IERI
Anni fa,quando ero ancora residente a Pattaya, a qualcuno cadde l'attenzione sull'anello luccicante che portavo all'anulare. Un anello appena ricevuto in dono da un marito affettuoso. Aveva una pietra particolare incastonata nel suo cerchietto d'oro. Una pietra nera e umile all'apparenza. Se la pietra riceveva il riflesso del sole o di una luce al suo centro si formava una stella luminosa e movendo il dito, muovevo anche la stella che si spostava da un punto all'altro della pietra.
Questa pietra preziosa e pregiata si chiama "Black Star Saphire". Ed è una gemma particolare e rara che si trova maggiormente nella miniere di Chanthaburi in Thailandia.
E fu quella pietra a condurmi laggiù a Chanthaburi per la prima volta. E la prima volta fu davvero un'avventura.
Mi trovavo a Pattaya da tempo ormai, eppure le visite lungo la costa erano ancora tutte da scoprire, e l'interno di una foresta tropicale sul cui terreno era appena tracciato un sentiero, poco più che percorribile mentre la natura si mostrava avvolgente e magnificamente tutta da scoprire Le auto private erano poche allora, parlo dei primi anni 80 e gli accompagnatori turistici del tutto sconosciuti.
Fu assai arduo quindi, trovare un autista disposto ad accompagnare me e la mia famigliola fino a Chanthaburi al confine con una Cambogia in piena attività bellica. Ma ormai la pietra incastonata nel mio anello aveva deciso per noi. Per magia voleva portarci sul luogo forse del suo ritrovamento. Così lasciammo Pattaya alle sei di un mattino qualsiasi. Faceva già caldo e l'unica limousine reperibile nella zona era al nostro servizio.
Costeggiammo il mare fino a Sattahip e poi ci addentrammo nella giungla tropicale fino a Rayong costeggiando per chilometri piantagioni di alberi della gomma.
Ci fermammo spesso strada facendo per osservare i loro tronchi feriti da lunghi e profondi tagli da dove fuoriusciva un liquido colloso e bianco. Tagli sempre rinnovati in diversi posti della corteccia man mano che si prosciugavano.
Dei mezzi cocchi legati alla meno peggio con degli spaghi o pezzi di liane appoggiati sotto i tagli ne raccoglievano il latte. Proseguendo visitammo delle fattorie, si fa per dire, dove questo siero veniva raccolto, lavorato con le mani, ridotto a sfoglie larghe e sottili e messo ad asciugare al sole. La gomma è una necessità molto importante in Thailandia.
Da Bah Pae si poteva vedere, in lontananza il mare e una grandissima isola allora sconosciuta. Oggi si chiama Koh Samet ed è un parco nazionale.
Lungo il nostro percorso abbiamo ammirato i gibboni saltare da un albero all'altro e sentito un frastuono fondere l'aria. Un fragore composto da mille canti di uccelli diversi stava diventando,per noi, sempre più esaltante.
Il nostro autista era alquanto sprovveduto ricordo e sbagliò strada così da farci ritrovare alla frontiera con la Cambogia dove dei militari erano già pronti con i mitra puntati su di noi "farang" intrusi.
Ma con un veloce dietro front si riprese la strada verso l'interno della giungla per ritrovarci a Chanthaburi. Piccolissima e quasi ignota cittadina del Sud Est Asiatico. Li il nostro "uomo" si mise a farfugliare in thai, ora con uno ora con l'altro degli abitanti,fermando l'auto di continuo lungo la strada finché un ragazzino salì a bordo della nostra macchina e puntando il dito a destra e a manca ci direzionò per alcuni chilometri più a nord di Chanthaburi.
Lì c'è la Khao Phloi Waen o montagna dell'anello di zaffiro. E' alta solo 150 metri e presenta sulla cima un chedi stile cingalese costruito durante il regno Monghut.

Sul fianco della sua collina si aprono i pozzi di antiche miniere di pietre preziose.
E noi iniziammo a scoprire acquitrini e buche piene di fanghiglia lasciati deserti ,ora qua ora la nel terreno, finché arrivammo ad una specie di palude anch'essa ricoperta di buche già aperte nel terreno.
Ci fermammo lì, per scoprire sorpresi degli uomini primitivi occupati a sprofondare quasi in quelle buche, raccogliere un po' di terra bagnata in una mezza cesta vuota, risalire da profondità che scoprimmo poi essere assai pericolose, tirandosi su da una fune legata all'estremità di un albero. Setacciare poi la terra raccolta, attraverso le dita delle proprie mani alla ricerca di un sassolino, una pietruzza. "Povera gente" pensai.

Mi fu regalata una intera manciata di pietruzze grezze di zaffiri preziosi, blu e neri e di rubini in cambio di qualche bath che potesse pagar loro un pranzo...
Adesso non è più così. Ci sono comode strade per arrivare a Chanthaburi, ma il viaggio vale sempre la pena.

OGGI
Questa volta decidiamo di andare a Chanthaburi da Bangkok. Ovviamente la distanza è di gran lunga maggiore. Sono 330 chilometri di strada da percorrere per arrivare alla "Città della Luna".Si prende un autobus con aria condizionata e si impiegano dalle quattro alle cinque ore attraversando un bel paesaggio montano. A meno di un'ora di auto da Chanthaburi ci sono due piccoli parchi nazionali. Il parco Nazionale di Khao Khitchakut si trova a 28 km da Chanthaburi e la sua principale attrattiva è la cascata Krathing e vale veramente la pena di essere visitato, .L'altro è il parco Nazionale Khao Sabap con un'altra cascata stupenda. Entrambi questi parchi possono essere raggiunti con un "songthaew", da prendere sul lato nord del mercato di Chanthaburi.
Una consistente fetta della popolazione di Chanthaburi è costituita da vietnamiti di religione cristiana che hanno lasciato anni fa il proprio paese per ragioni politiche e religiose, quindi l'architettura della città è particolare. Qui c'è la Cattedrale cristiana più grande della Thailandia costruita in stile francese.
Nel 1993 Chanthaburi ha avuto l'onore delle cronache in seguito al ritrovamento di 1500 tonnellate di materiale bellico nascosto in diversi magazzini. Si ritiene che le armi fossero destinate ai Khmer Rossi, ribelli comunisti che tengono sotto controllo parti della Cambogia occidentale, ma la tesi non è stata provata.
Sono particolarmente indicati i mesi estivi per visitare Chanthaburi, famosa anche per la produzione dei frutti tropicali. E' in questi mesi infatti che fioriscono e crescono i frutti. I momenti più indicati sono da aprile a luglio.
Durante questo periodo tutta la provincia abbonda di rambutan, durian, jackfruit, mangostine e pomeli.
Ogni anno viene scelta una settimana nella quale si svolgerà una sagra, allora ci saranno banchi ricoperti di frutta lungo tutte le strade della città che venderanno i frutti degli orti vicini. Poi ci sono spettacoli culturali e mostre di prodotti manuffattieri locali. Nel momento più bello della festa si svolge una processione di carri ricoperti di fiori e di frutti che sarà seguita attentamente dai locali e anche dai turisti. Le sfilate mettono in mostra le tradizioni thai evidenziando in molteplici modi i suoi miti e le sue leggende. Ma ciò che sorprenderà maggiormente saranno le elaborazioni dei carri e il modo in cui essi saranno costruiti. In molti casi saranno formati da sola frutta di diverse qualità con abbinamenti di colori veramente surreali.
Chanthaburi dunque, una cittadina da non perdere raggiungibile da Bangkok o da Pattaya.



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